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Visioni di Cody

Celestino

In un mondo che ci obbliga all’eccellenza, fare schifo è un gesto rivoluzionario”. Tre anni dopo l’uscita di Appennino Libero tornano i Visioni di Cody che traggono da una scritta anonima, trovata casualmente sopra un muro, l’ispirazione che si trova alla base della realizzazione di Celestino. Oltretutto la band si è presa tutta, ma proprio tutta la responsabilità di questo lavoro, che non ha solo cantato e suonato, ma anche (auto)finanziato ed (auto)prodotto. Ed allora benvenuti nel mondo, per l’appunto, di Celestino, in cui si entra quasi in punta di piedi attraverso Giusto fra le nazioni, anche se, come pare evidente, la calma non ha una durata lunghissima. Attraverso le nove tracce dell’album si snoda la vita, o per lo meno parte della vita, di questo personaggio che è si, diciamo così, di fantasia, ma che rispecchia in numerosi dettagli la vita “urbana” di un ragazzo di oggi, con tutte le contraddizioni che la vita, ma anche la propria indole, gli pongono di fronte.

E come questa vita si snoda fra alti e bassi, fra picchi emotivi e momenti di “down” emozionale, così i brani seguono un andamento altrettanto “ondivago”: la ballad, come detto, in apertura, cui fa seguito un brano, Il mondo salvato dai regazzini, che si potrebbe definire quasi folk-punk, ed ancora La forza di mille uomini, pezzo serenamente pop dall’incedere quasi elegante.

Se c’è un filo conduttore all’interno di questo lavoro è proprio quello del continuo, incessante, variegato susseguirsi degli eventi della vita che, oltre a porre una serie di domande, suscitano differenti sentimenti, causano emozioni discordanti, sviluppano continue tensioni, sempre differenti e che in modo differente si manifestano e coinvolgono non solo la persona stessa ma anche tutti coloro che le stanno intorno. C’è un che di meditativo, a tratti, quasi che Celestino voglia ritagliarsi alcune pause durante le quali riflettere, pensare, raccogliere le idee, fare tutta una serie di valutazioni e, forse, decidere quale sia la direzione migliore da intraprendere; malgrado ciò rimane, in modo forte, una sottile sensazione di “sospensione”, a cavallo fra la vera e propria indecisione ed il timore di fare un passo troppo “oltre”.

Un album davvero ricco di chiaroscuri, quasi “psicanalitico” nella sua continua ricerca di argomenti di riflessione, mai peraltro ossessivo o angosciante proprio perché ci sono sia lo spazio per questa analisi che il tempo per chiarirsi le idee e provare a darsi delle risposte. A suo modo, curiosamente, un lavoro “intimista”, nel senso che il mondo, e quindi tutte le sue sollecitazioni, paiono rimanere al di fuori, esterne ma non estranee, a tutto questo ragionare: ne sono direttamente la causa ma non lo influenzano altrettanto direttamente. Se la fatica di vivere ha, oggi, nuove declinazioni, quella dei Visioni di Cody pare essere certamente un’ottica interessante.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Michele Bertoni, Franco Naddei, Davide Barbi
  • Anno: 2016
  • Durata: 34:00
  • Etichetta: Autoprodotto

Elenco delle tracce

01. Giusto fra le nazioni
02. Il mondo salvato dai regazzini
03. La forza di mille uomini
04. A Celeste non chiedere quando
05. Mammarò
06. Bravi, giovani, cannibali
07. A Celeste non chiedere come
08. Nonpartononresto
09. A prova di stronzo

Brani migliori

  1. La forza di mille uomini
  2. Mammarò
  3. Bravi, giovani, cannibali

Musicisti

Andrea Andrucci: chitarre  -  Enrico Bellini: basso, voce  -  Matteo Cavallini: chitarra, tastiere  -  Leonardo Forcelli: batteria  -  Enrico Mancini: chitarre  -  Carlotta Pieri: cori  -  Franco Naddei: cori