Vede la luce dopo cinque anni (attesa decisamente troppo lunga, visto il livello dell’opera) questa incisione live dell’aprile 2007 al Teatro Agnelli di Torino, con Lalli (al secolo Marinella Ollino) e Pietro Salizzoni affiancati, oltre che dal loro gruppo abituale, da un trio d’archi e, nella seconda parte, anche dalla tromba di Giorgio Li Calzi. Ognuna delle entità porta il suo deciso contributo alla riuscita del lavoro, che comprende brani tratti dagli album Tempo di vento (1998) e All’improvviso nella mia stanza (2003), della sola Lalli, ed Èlia (2006), già a doppia firma, integrati da Yo vengo a ofrecer mi corazon, resa celebre dalla grande Mercedes Sosa, Afraid di Nelly Furtado, l’Ave Maria della Buona novella e Vedrai vedrai. Il primo dei quattro “prestiti”, ovviamente con testo in spagnolo, compone in particolare un dittico di straordinaria efficacia con Aria di Buenos Aires.

Tutto il materiale inserito nell’album, del resto, è di prima scelta, in misura tutt’altro che trascurabile – al di là della costruzione in sé, della materia prima – grazie alle notevolissime doti interpretative di Lalli, artista sottovalutata come poche, allo charme, il potere evocativo e sottilmente sensuale, a tratti doloroso, che la sua voce emana. Ci sono poi larghe aperture cantabili (fin dall’iniziale Chenini), un apporto notevole da parte degli archi, specie in Testa storta, Aria di Buenos Aires, Ave Maria e più di tutte, forse, La mia faccia, belle pennellate da parte della tromba, sia sordinata che aperta, di Li Calzi. Chi non conoscesse Lalli e volesse farsene un’idea quanto mai concreta non ha quindi che da procurarsi questo album.

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