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Yo Yo Mundi

Evidenti tracce di felicità

Sono tornati e li aspettavo all’angolo della strada, pesando con lo sguardo il grigio del cielo che sospettavo di pioggia. Questo piovere di adesso che non pulisce e macchia la pelle. Sono arrivati portandosi dietro lo sbattere di custodie e strumenti e sacche con vestiti masticati e scuri appallati dentro, roba buona per cambiarsi nel cesso del bar, roba buona per salire su un palco vestito da storia ennesima. Sono tornati e m’è scappato un sorriso e per fortuna che al grigio del cielo stava dando il cambio il buio e in faccia quasi non mi si vedeva. Che son timido delle emozioni mie. E avrei voluto dirgli “vi sembra l’ora d’arrivare” oppure “ma avete idea di quanto tempo io abbia passato qui ad aspettare” ma appena li ho intuiti già m’ero scordato quella maledetta attesa e l’ansia che mutava quasi in rancore. Sono tornati e questo importa. E questo conta. Forse era solo il sospetto del loro respiro e i passi e i bagagli trascinati giù in fondo alla strada e lo sapevo che stavano tornando. Non che fossi rimasto sempre lì. Anzi.

Siamo tra tutti cani di strada, gente di passo. Trovarsi per questo diventa ancora una festa. E sono un mucchio di anni che camminano con le loro canzoni accanto al mio andare e forse nemmeno lo sospettano e ora che sono tornati sarà venuto anche il momento di dirglielo. Li ho inseguiti in giro per la penisola e a volte li ho incontrati quasi per caso, come quella volta in fondo alla pancia dei Sassi materani, io a raccogliere le storie mie di Sud che poi sarebbero diventate pagine e loro su quel palco a raccontare di quei fiori che tutti gli anni qualcuno porta in quel casale della campagna alessandrina. E oggi la conosco una che porta quei fiori e vorrei dirglielo ora che sono tornati. E ancora mi ricordo di quello tra loro, lì sul palco di parco Ruffini, a Torino, che cercava qualcosa per tagliare le fascette dei cavi e avevo un coltello in tasca e per la pratica della lama scambiata gliel’ho passato. Avevo un figlio di pochi anni sulle spalle e ci siamo sorrisi alla faccia di tutte le guardie attorno che lo sappiamo che quell’arnese in tasca vuol dire pane da dividere quando c’è.



E sono tornati gli Yo Yo Mundi, portandosi addosso Evidenti tracce di felicità e a sentirli tutti insieme, con quella loro maledetta fortuna di suonare e prenderti in mezzo alle emozioni, ho sospettato di portarmi ancora dentro Il ragazzo che cantava il carnevale. Sono arrivati e ho da dirgli grazie per queste storie nuove e questo disco di canzoni che ti fanno stare zitta l’anima. Ad ascoltare. Cercateli e ascoltate questo disco. Quando arriverete in fondo, quando le storie saranno Di rosa, di fiume, di confine, forse vi verrà voglia di dire solo grazie per questo regalo ancora. Grazie Yo Yo Mundi, ho pensato. E l’ho scritto, che siamo appunto cani di strada e facciamo con quel poco che s’è appreso nell’andare. Che siamo più buoni ad annusarle le benedette parole.

Foto di Giovanni Salinardi e Ivano Antonazzo

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Paolo Enrico Archetti Maestri, Yo Yo Mundi    
  • Anno: 2016
  • Durata: 45:23
  • Etichetta: Felmay / Egea

Elenco delle tracce

01. Sempre
02. Ai ssùma tùrna
03. Evidenti tracce di felicità
04. La luce del mondo quando si risveglia
05. Cuore femmina
06. Il ragazzo che cantava il Carnevale
07. Chiedilo alle nuvole
08. Tutte le memorie scritte del mondo
09. Ciapapùve
10. Reinna
11. Annusiamo le parole
12. Di rosa, di fiume, di confine

 

 

Brani migliori

  1. Il ragazzo che cantava il Carnevale
  2. Tutte le memorie scritte del mondo
  3. Di rosa, di fiume di confine

Musicisti

Paolo Enrico Archetti Maestri: voce, chitarre, charango, kazoo, armonica, richiami  -  Eugenio Merico: batteria, cembalo, ancora stropicciata  -  Andrea Cavalieri: basso, contrabbasso, violoncellovoce  -  Fabio Martino: fisarmonica  -  Chiara Giacobbe: violino  -  Paolo Bonfanti: chitarra acustica, National stelle guitar  -  Fabio Barale: chitarra elettrica, lap steel guitar  -  Anna Maria Stasi: voce  -  Federica Addari: voce  -  Cristina Nico: voce  -  Betti Zambruno: voce recitante  -  Gianni Maroccolo: basso elettrico  -  Dario Mecca Aleina: tastiera Farfisa  -  Simone Lombardo: cornamusa, flauto, ghironda  -  Séverine Maestri: recitato  -  Gino Capogna: cembalo, cajon, percussioni, twistle, duck  -  Andrea Negruzzo: clavicembalo  -  Ludovica Valori: trombone  -  Alan Brunetta: marimba