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Serena Finatti

Fragile e fiera

L’avevamo lasciata Serena più che mai la cantautrice friulana Serena Finatti che nel 2014 aveva pubblicato l’album menzionato firmandolo, per la prima volta nella sua carriera artistica, con il proprio nome di battesimo (tutti i lavori precedenti erano infatti usciti come Deja, il duo acustico formato da Serena e Andrea Varnier). A distanza di qualche anno la ritroviamo in un nuovo progetto discografico che continua ad essere pubblicato a suo nome ma che la presenta al pubblico in una veste, questa volta, tutt’altro che “serena”. Prodotto da Andrea Varnier (inseparabile chitarrista nonché compagno di vita dell’artista) e presentato ufficialmente nel mese di giugno scorso, Fragile e Fiera raccoglie otto brani di cui sette in italiano composti per musica e testo dalla stessa cantautrice e uno invece in friulano, rivisitazione di Anìn a grîs degli autori M. Di Gleria e M. Liverani, brano finora noto al pubblico nell’interpretazione di Alice. 

Ciò che emerge già dal primo ascolto è una certa urgenza, intesa non come fretta di agire o di produrre il progetto (che, al contrario, è molto curato e lascia intendere un’attenta fase di progettazione e di lavorazione) ma come necessità della cantautrice di comunicare messaggi che non possono più essere taciuti o tenuti nascosti. A differenza del precedente lavoro discografico, 'Fragile e Fiera' non apre più una finestra dentro il mondo interiore di Serena ma, al contrario, è proiettato verso il mondo esterno che per molti aspetti la delude, l’amareggia ed in cui non si riconosce. La solarità che aveva fatto da sfondo a Serena più che mai cede ora il passo a sentimenti di rabbia, frustrazione ed estraniamento che, ad ogni modo, lasciano ancora una porta aperta di speranza verso il futuro. I contenuti da condividere sono incisivi ed incisivo è il modo in cui questi vengono trasmessi: non più arrangiamenti con orchestrazioni d’archi ma atmosfere più intime e raccolte che ci riportano alle sonorità dei precedenti lavori dei Deja, pochi strumenti (per lo più chitarra, pianoforte e percussioni) che perfettamente si accordano con la voce di Serena che, ancora una volta, emerge in tutta la sua capacità tecnica ed espressiva. Non c’è spazio per elementi accessori o palliativi; i messaggi sono diretti e chiari e tali arrivano al pubblico anche grazie alla sensibilità artistica della cantautrice che riesce ad intrappolare la realtà in testi che nuovamente rivelano la sua abilità e forza testuale. Arricchiscono e contribuiscono alla riuscita del progetto anche i Sing&Feel, gruppo di giovani voci diretto dalla stessa Serena. 

Si inizia con la radiofonica Presunta realtà che punta il dito sull’ipocrisia della società contemporanea, per proseguire con Trasparenze sulla forza della nostra coscienza che, nonostante tutto, riesce sempre (o almeno così dovrebbe) a farsi strada e a farsi notare nella sua trasparenza ed onestà. Non è un caso che il brano successivo, Chissà, affronti proprio un tema che con la trasparenza ed onestà ha molto a che fare: il caso di Giulio Regeni, compaesano di Serena, che da più di due anni attende ancora giustizia e delle risposte oneste. Per un click ritrae in modo a tratti sarcastico il mondo virtuale e tutta la sua “vetrina della falsa mercanzia”, mentre l’incalzante Fragile e Fiera, la title track, si fa portavoce di tutte le donne vittime di ingiustizie e di violenza, donne fragili e fiere che non hanno paura di ribellarsi, di rialzarsi e di camminare a testa alta, condannando chi e quanto le ha fatto e le fa ancora soffrire. Un vero fiume di donne così come appare anche nel video del brano (clicca qui) girato nel mese di febbraio scorso da Sole e Luna Production per la regia di Manuel Zarpellon e Giorgia Lorenzato e che ha visto la partecipazione di un centinaio di donne che Serena stessa aveva chiamato a raccolta nei giorni precedenti. Nove vite riprende invece un tema molto caro alla cantautrice, quello della difesa e del rispetto verso la natura ed il mondo animale; chi conosce Serena non farà fatica a riconoscere nel protagonista della canzone uno dei suoi amati amici a quattro zampe che ha anche simpaticamente “partecipato” alla registrazione del brano. Segue Anìn a grîs, reinterpretazione, si diceva, della canzone contenuta nel disco Il sole nella pioggia di Alice. Chiude un brano molto intimo, Abbracciami, che nella sua dolcezza e soavità lascia intravedere un barlume di speranza che qualcosa possa cambiare e che qualcuno possa un giorno raccogliere ed accogliere con le mani ed il cuore aperti, facendoli propri, i tanti messaggi che la cantautrice ha condiviso in questo suo progetto, messaggi che galleggiano nel mondo in cerca di un porto sicuro come le barchette di carta che appaiono nella cover (molto bella) del disco.

In conclusione, ancora un progetto riuscito per Serena Finatti, che non smette di sorprendere i suoi ascoltatori per le sue doti vocali, interpretative e di scrittura, e per la sua sensibilità di donna e di artista.

Foto Studio Alfa

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Andrea Varnier
  • Anno: 2018
  • Durata: 34:00
  • Etichetta: Autoprodotto

Elenco delle tracce

01. Presunta realtà
02. Trasparenze
03. Chissà
04. Per un click
05. Fragile e fiera
06. Nove vite
07. Anìn a grîs
08. Abbracciami

Brani migliori

  1. Presunta realtà
  2. Fragile e fiera
  3. Abbracciami

Musicisti

Serena Finatti: voce, cori, pianoforte, claps, moog  -  Andrea Varnier: chitarra, basso, claps, drums programmino  -  Pietro Sponton: cajon, djembe, tambourine, pandeiro, crotali, shaker, piatti, shekere, maracas  -  Pablo De Biasi: batteria  -  Elisa Perucci: voce solista nel primo ritornello di “Fragile e Fiera”  -  Sing&Feel: cori in “Chissà” e “Fragile e Fiera”