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Il Santo / Roberto Santoro

Il Santo Y el Circo Nostalgia

Il Santo y el Circo Nostalgia è il titolo del sesto album di Roberto Santoro uscito sulle principali piattaforme di streaming dal 30 novembre con etichetta La Manto ed è distribuito, per ora solo digitalmente, da Music Rails. È composto da 13 brani, di cui 5 sono in spagnolo, 3 in inglese, 2 in italiano e 3 in calabrese. Testi di cui Santoro è autore e compositore e a cui dà voce, accompagnandosi con la chitarra. Suona inoltre il basso nel brano Memosina, oltre ad essersi occupato degli arrangiamenti assieme a Eros Cristiani, che nel disco suona anche la fisarmonica. Un lavoro che ha un interessante respiro internazionale, che si avvale anche della collaborazione di musicisti come Raffaele Kolher ai fiati, Massimo Scocca al basso, Maxx Furian alla batteria e la costaricense Valeria Alpizar, che partecipa nel Coro del brano “Hotel Liberia”. Le prime registrazioni sono state fatte al Fundador Studio di Liberia, in Costa Rica, luogo in cui oggi risiede il cantautore originario di Vibo Valentia, che ha studiato e vissuto per molto tempo a Milano, città che ha accolto spesso la sua presenza su diversi palchi, anche in teatro. Ed è proprio il capoluogo milanese che Il Santo ha scelto per finalizzare nelle fasi di mixaggio e mastering l’album, avvalendosi della collaborazione di Alessandro Marcantoni del Metropolis Studio.

L’ascolto si apre con Canción de la hamaca che contiene uno scambio linguistico tra le strofe che sono cantate in spagnolo, italiano e inglese: “Singin on/ Like a song in a dream/ Dreaming on/ Like a dream in a dream” recita il ritornello; è un loop dall’atmosfera sognante quello che ci avvia alla scoperta di “Il Santo y el Circo Nostalgia”. È un nuovo cerchio che si apre, un capitolo musicale inedito permeato da un amalgama di sonorità che appartengono al bagaglio musicale di Roberto Santoro (che ha assunto da qualche anno il nome d’arte “Il Santo”), a cui si aggiungono elementi di ispirazione latino-americana, come suggerisce anche il particolare presente in copertina, che ritrae quella che a prima vista sembra una Catrina, ossia un personaggio tipico della tradizione messicana, che ha però una particolarità: gli occhi blu. Riguardo alla scelta di questa immagine Il Santo ci rivela: “L’ho immaginata come una allegoria della nostalgia, al centro del cerchio che rappresenta l’esperienza umana, da Eros a Thanatos e ritorno; ma anche insieme, all’unisono nel canto di questo album”. L’amore e la morte, infatti, sono sempre e da sempre le facce di una stessa medaglia, rappresentano in sostanza la materia di cui è composta la vita, che può essere narrata da un solo sentimento, il più veritiero tra tutti: la nostalgia.

È questa la visione che viene evocata a partire dal titolo. La parola “circo" è da intendersi nella sua etimologia primordiale: un cerchio, appunto, ma anche una girandola, un mandala o perché no, un caleidoscopio che cambia le forme di un unico disegno, a seconda della rifrazione vibrante di una danza tra luce e ombre, ricca di colori che richiamano anche elementi naturali: il rosso vivo come il fuoco, il blu del cielo, del mare, della notte e della profondità. Immagini ed elementi che soprattutto musicalmente scorrono, come in una narrazione filmica, su uno sfondo che diventa anche noir, onirico e vintage e ci riporta fino agli anni’20 grazie all’incantevole melodia di Rosa Miracolosa brano supportato anche da un elegante video retrò, in cui parte delle immagini provengono da un lungometraggio per il cinema (muto) dal titolo 'a santanotte, che venne realizzato da Elvira Notari nel 1922, ispirandosi a una canzone napoletana scritta da Eduardo Scala e Francesco Buongiovanni. E con l’ascolto andiamo anche molto più indietro nel tempo, come testimonia U’ testamentu ‘I Cecia che assieme a Malanova d’Amuri e Memosina rappresentano i tre brani cantati in calabrese, presenti all’interno dell’album. “U’ testamentu ‘I Cecia” è infatti una lettura musicale del componimento del più grande poeta dialettale calabrese Vincenzo Ammirà vissuto dal 1821 al 1898; un brano nel quale “chitarre, fisarmoniche e fanfare vestono un'opera di 12 minuti di visionario, tenace e dissacrante realismo: il corpo, la comunità dei corpi, oltre la decadenza della carne, al centro di una danza macabra e comica, tragica ed erotica. Un testamento di fede umana. Un inno liberatorio.” Un tributo colto, un pezzo di storia, dunque, che attinge da radici ancestrali, una rievocazione che solo chi ama ricercare e navigare nelle profondità, può scegliere di affrontare con coraggiosa e sacrale solennità.

 

Il circo, se proprio vogliamo vederlo nel suo significato più classico, in questo album è da intendersi nell'accezione felliniana: visivo, realistico, nostalgico, sentimentale e decisamente filmico. I suoni delineano il contorno (quindi il cerchio) di ogni paesaggio, ricco di sfumature, dove ogni personaggio è una storia narrata ed è concentrico anche lo scambio narrativo che diventa un gioco di specchi. Il tema dell’amore, nel suo significato tradizionale e consueto, è incarnato da alcune figure femminili: incontriamo Angelina (titolo della traccia n°3 in lingua inglese) che nelle strofe iniziali l’autore definisce poeticamente: “una luna in una conchiglia”, l’intrigante Maluca dal profilo francese” narrata nel sesto brano in spagnolo e anche una musa dalla ricca capigliatura, quella che potrebbe aver ispirato il quarto brano in italiano: Ballata dei tuoi capelli. Ci sono poi i luoghi, che possono essere metafore o “stanze dell’anima” come Hotel Liberia e Bar Malamuerte, dove si può anche brindare alla vita o cercare di far svanire tutti i pensieri in un bicchiere di Aguardiente (in questi tre brani torna l’idioma spagnolo). E c’è spazio anche per la speranza e l’attesa, come ci raccontano i due brani in inglese Song of faith e Waiting for my lover che termina l’ascolto

Il cantato è ricco delle vibrazioni modulari della voce di Roberto Santoro, Il Santo, che in parte derivano dalla scelta di impiegare le diverse sfumature linguistiche che si fondono in un'unica direzione. Tutto l’insieme crea un lavoro discografico che può collocarsi nel genere world music/folk-rock con qualche elemento elettronico e, soprattutto, denota quanto la contaminazione esotica sia più evidente e marcata rispetto ai lavori precedenti nei quali, tuttavia, si iniziava già a intravederne la presenza. Dopo il ritorno alle origini di Magarìà nel 2016 e la trasformazione alchemica degli elementi del passato che ha chiuso il cerchio con "L'Oro è vermiglio", Il Santo ha proseguito il suo cammino musicale cambiando pelle, si è arricchito di suono, di stile e di "sentire" allineandosi maggiormente anche con quella filosofia della “Pura Vida” che ora permea il suo vissuto. Il risultato è un album originale, intenso, carismatico, esotico, ramingo, poeticamente narrativo, onirico e mistico-spirituale da scoprire in 1 ora e 9 minuti di ascolto. “Al centro di un circolo ogni direzione è uguale: si incrociano gli idiomi e le musiche; l’orizzonte è uno solo. Ogni cosa è illuminata da una luce che viene dal passato: il sentimento di questa verità si chiama Nostalgia.” dice Santoro.

 

Canción de la hamaca è stato il primo singolo estratto prima della pubblicazione dell’album, protagonista di un video (nella foto qui a finaco sul set) che è quasi un piccolo film, connotato da uno storytelling ideato e diretto da Il Santo. Le riprese effettuate in esterno rivelano la bellezza dei luoghi e delle spiagge del Guanacaste in Costa Rica e in parte sono state realizzate al Pacific Palm At Conchal y Hotel Brasilito. Il video è disponibile sul canale YouTube di Roberto Santoro, Il Santo, al seguente link.

A questo link è invece possibile ascoltare l’intero album: Il Santo - IL SANTO Y EL CIRCO NOSTALGIA (orcd.co)

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In dettaglio

  • Anno: 2023
  • Durata: 60:09
  • Etichetta: La Manto / Music Rails

Elenco delle tracce

01. Canción de la hamaca
02. Bar malamuerte
03. Angelina
04. Ballata dei tuoi capelli
05. Hotel Liberia
06. Maluca
07. Malanova D’Amuri
08. Rosa miracolosa
09. Aguardiente
10. U’ testamentu ‘I Cecia
11. Song of faith
12. Memosina
13. Waiting for my lover

Brani migliori

  1. Canción de la hamaca
  2. Rosa miracolosa
  3. Malanova D’amuri