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Kalìka

Ago, filo ‘e parole

A volte per raccontare un disco si deve raccontare il mondo che contiene. Nel suo romanzo napoletano ‘La Pelle’, Curzio Malaparte diceva che Napoli “è la sola città del mondo antico che non sia perita come Ilio, come Ninive, come Babilonia. È la sola città del mondo che non è affondata nell'immane naufragio della civiltà antica. Napoli è una Pompei che non è stata mai sepolta. Non è una città: è un mondo. Il mondo antico, precristiano, rimasto intatto alla superficie del mondo moderno”.

Queste parole funzionano da premessa anche per quello che riguarda le sonorità che accompagnano Napoli da sempre. A volte la trasformano, perché le contaminazioni che hanno popolato il Golfo e una parte del Mediterraneo, hanno sempre lasciato una traccia, un segno, nella città partenopea, da cui qualcuno è ripartito. Basta pensare ai vibrati e tremolati di gola con cui Sergio Bruni recupera gli influssi arabi e spagnoli transitati da quelle parti, o allo sbarco, di musiche come jazz e rock, dalle navi americane nel secondo dopoguerra che tanto hanno inciso nella cultura musicale del novecento napoletano, ma si può ricordare anche le influenze africane del giovane Carosone, riportate della sua esperienza di viaggio a sud, prima di tornare stabilmente a Napoli. Anche la memoria e il racconto sono un viaggio, in cui si mescola quello che è stato con quello che può essere, e i sentimenti prendono le sembianze di luoghi e anime da continuare a esplorare.

 

Ago, filo ‘e parole se ci pensate bene sono tre cose che servono a unire, a costruire, a collegare, non solo spazio e tempo, ma anche persone, sentimenti e storie. E su questo telaio onirico ed esistenziale si incontrano e prendono forma le canzoni di questo disco d’esordio delle Kalìka, progetto che ha scelto come nome una parola che rimanda ad un bocciolo che sta per diventare fiore, al momento che precede una nascita. Canzoni al femminile non solo per le tre meravigliose voci che cantano e armonizzano, talvolta a cappella, ma anche per la sensibilità e i testi al femminile che raccontano vicende di donne, dal fascino mai passato per le streghe (Dianara), di giovani in attesa di amori interrotti da viaggi, partenze improvvise simili a odissee (‘O vico d’ ‘e rrose), o racconti notturni svelati alla luce della luna che diventa la bussola prima dell’alba poi rischiari ogni cosa.

Vania Di Matteo, Anna Rita Di Pace e Giulia Olivieri con serenità, delicatezza e tanta determinazione raccontano vicende che si fanno canzoni, come ci dicono loro stesse “come una moderna Penelope che si racconta, seduta dinanzi al telaio della sua anima”. Le Kalìka hanno la possibilità di cantarle tutte le storie, anche quelle del passato, e lo hanno dimostrato chiaramente con questo disco di inediti ma anche con la rivisitazione di alcuni brani di qualche anno fa, come la viscerale Fatmah degli Almamegretta. Le sonorità delle tracce rientrano nella grande famiglia della World Music, con una ricerca che, come accennato, affonda le radici anche nella Napoli in perenne trasformazione musicale e nel suo cantautorato che la racconta nel tempo. E poi c’è il palco, il live, quel momento in cui bisogna tirare fuori tutto, forza, personalità, tecnica e bravura e loro lo stanno facendo aggiudicandosi importanti premi, come è stato per l’ultima edizione de L’artista che non c’era, accurato e importante contest de L’Isola che non c’era, nella finale vinta al CPM di Milano poco prima dell’estate.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Gianluigi Capasso
  • Anno: 2023
  • Durata: 22:54
  • Etichetta: SoundFly

Elenco delle tracce

01. Ouverture

02. ‘O vico d’ ‘e rrose

03. Era sulo ajere

04. Ederlezi

05. Dianara

06. Epilogo

 

Brani migliori

  1. Dianara
  2. Era sulo ajere
  3. ‘O vico d’ ‘e rrose

Musicisti

Vania Di Matteo: voce;
Anna Rita Di Pace: voce e violino;
Giulia Olivieri: voce;
Gianluigi Capasso Chitarre, arrangiamenti e direzione musicale

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Aldo Capasso: contrabbasso;
Francesco Varchetta: batteria;
Pasquale Benincasa: percussioni;
Luigi Esposito: pianoforte;
Isabella Parmiciano: violino;
Nicola Giordano: viola;
Pasquale Termini : violoncello;
Luigi Pelosi: contrabbasso