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Lingalad

La locanda del vento

La vena narrativa “Tolkieniana” dei Lingalad non pare essersi affatto esaurita anche se con questo nuovo lavoro, La Locanda del Vento, la band non si relaziona più direttamente con il concetto di saga, ma va a cogliere, nel dettaglio, alcuni aspetti particolari della narrazione favolistica.

Il “topos” letterario fondamentale è la presenza della locanda, crocevia di uomini, di storie, momento di pausa, di convivialità, in cui il dialogo diventa confidenza, condivisione. Nella locanda nascono, si sviluppano, si modificano le narrazioni, diventano leggende, racconti da esporre magari davanti al fuoco, quando fuori il freddo è pungente e la notte è già fonda.

L’altro personaggio, il vento, è il messaggero veloce e silenzioso, presente ma non visibile, è colui che, nell’immaginario popolare, trasporta queste storie e le deposita in senso figurato nella memoria delle persone; viene considerato una sorta di sentinella che, transitando attraverso le terre, riporta gli echi degli avvenimenti e ne fornisce la cronaca.

La presenza contemporanea di questi due soggetti connota in maniera importante l’approccio musicale dei Lingalad, fondamentalmente un gruppo acustico con venature folk, che non si limita però a sviluppare l’idea di ballata, che del folk è espressione preminente, ma riesce a variare la proposta musicale inserendo ritmiche differenti, mutuate anche dal rock e dalle danze popolari.

La band orobica raccoglie dunque le numerose suggestioni della propria terra, delle valli e dei “villaggi” che ancora le popolano, unisce ad esse la passione per la narrazione favolistica e l’amore per i paesaggi nordici, fotografando, attraverso il proprio estro artistico, un mondo che, quasi miracolosamente, resta perennemente in bilico fra una realtà vissuta direttamente e le visioni quasi oniriche ispirate dai racconti. Sono territori in un certo senso “liquidi”, in cui la fantasia e la realtà si incontrano, si sovrappongono senza regole fisse, lasciando all’immaginazione ed all’estro artistico il compito di tracciarne i, seppur vaghi, confini, con la musica e con le parole.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Loris Furlan
  • Anno: 2010
  • Durata: 60:29
  • Etichetta: Lizard

Elenco delle tracce

01. Il profumo del tempo

02. Gli occhi di Greta

03. Il colpo e la cura

04. Toni il matto

05. Il mio nome

06. La pietra di Erice

07. Dono di Maggio

08. Lio

09. Aria oltre le stelle

10. I boschi della luna

11. L’abbraccio del noce

12. Alice

13. Madre mia

14. Nella pioggia

15. Il mio nome

Brani migliori

  1. Gli occhi di Greta
  2. Dono di Maggio
  3. L’abbraccio del noce

Musicisti

Giuseppe Festa: voce, chitarra, flauti Fabio Ardizzone: basso Giorgio Parato: batteria, chitarra, pianoforte Claudio Morlotti: chitarra, strumenti etnici ed antichi Davide Camerin: voce Gianni Musy: voce Davide Perino: voce Roberto Scola: fisarmonica Francesca Cazzulani: voce Sara Romoli: voce