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Luca Ruzza

Le prigioni della mente

Quando si ha l'opportunità di militare in varie bands  suonando stili diversi si finisce per maturare, inevitabilmente, la pulsione di indirizzarsi su progetti solisti, ma solo se l'esperienza sia stata acquisita con vigile sensibilità e profondità d'intenti. Con Le prigioni della mente il cantautore campano Luca Ruzza è al secondo atto della sua carriera confermando, non solo la compattezza sonora del precedente Soul in peace, ma forgiando l'opera anche con nuovi inserti che la rendono ancor più appetibile.

L'ingresso se lo gioca subito con il singolo Fino alla fine, dal forte impatto e cesellato in un'alchimia assemblativa molto particolare, con pizzichi di tastiere insolite e benefiche varianti on the road. Con Seghe mentali scalda ruggiti di chitarra in passerella new-wave punk, con un'onda d'urto micidiale. Una miriade di pensieri solcano gli undici inediti dell'album, in cui la superficialità è pressoché inesistente e la banalità non è di casa Ruzza: indagine profonda e magnetismo emozionale della mente sono le basi tematiche dell'insieme ma c'è molto di più. Luca è quel Supereroe che lancia strali senza edulcorare un bel niente anche se viaggia, in questa occasione, a ranghi ridotti ma è sufficiente un'oscura linea di basso per fare centro. Chissà...magari i placidi armonici iniziali di Solo e l'andazzo decelerato di You can see inducono a pensare che l'invettiva sia più mitigata? Neanche per sogno! Semplicemente, mischia le carte ma resta sempre sul fronte in trincea, sebbene in acque meno sporche, cosi come Sam Jam il folle, tanto dolente quanto fitta di rabbiose riflessioni, con scelte di sound accattivanti che fregiano il brano con riuscite fusioni di basso e tastiera.

Invece, tra arpeggi eleganti e punteggiature filo-gitane, con Cammino di notte Luca ricrea moods contrastanti, tra malinconia e cupezza ponderativa, mentre Nel tuo mondo è modellata prima su tessiture Cure e poi su astrazioni grunge: detto questo, l'artista evidenzia il suo estro di saper agghindare i brani con vestizioni idonee, non col ruolo di stilista o modaiolo del pentagramma, bensì come risoluto trasformista sensibile che punge con spille tematiche introspettive. E mentre ci accorgiamo che Il sogno idealista e salvitico di Ruzza è più vivo che mai, in questa accorata hard-ballad d'amore, Una buona idea è anche quella di gustarsi una  rispettosa e garbata riproposizione di questo brano di Niccolò Fabi. In chiusura, depone le armi con la morbida e cantilenante Sbaglio sempre ogni cosa. Fino a quando il filone cantautorale sarà proposto con piglio energico e ricchezza tematica, finalmente eviteremo di ritrovarci, spesso, con il latte alle ginocchia nell'ascoltare liriche melense e ruffiani giri di Do. Tranquilli: con Le prigioni della mente ci pensa Luca Ruzza a gettare un nuovo sasso nella stagno, ed i cerchi che si formano per poi allontanarsi simboleggiano la sua evidente fuga da un'Italia musicale fin troppo Sanremizzata.

 

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In dettaglio

  • Anno: 2018
  • Durata: 42:48
  • Etichetta: (R)esisto Distribuzione

Elenco delle tracce

01. Fino alla fine
02. Seghe mentali
03. La cura dei Cure
04. Supereroe
05. Solo
06. You can see
07. Sam Jam il folle
08. Cammino di notte
09. Nel tuo mondo
10. Il sogno
11. Una buona idea
12. Sbaglio sempre ogni cosa

Brani migliori

  1. Nel tuo mondo
  2. Seghe mentali
  3. Fino alla fine

Musicisti

Luca Ruzza: voce, chitarre - Zitty: basso - Mattia Saravo : batteria - Dario Amoroso: synth e tastiere