“Girl power”, una quindicina d'anni dopo e senza Spice Girls: questo Lei è schiaccia davvero a tavoletta sul Risorgimento femminile propugnato dalle Sista, power trio garage-funk dall'implacabile e preponderante quota rosa (Elisa Buchignani alla voce e chitarra, Giusi Passalacqua alla batteria e il produttore Daniele Grasso al basso).

Sciorinate le banalità e le espressioni da bar sul “femminismo” di questo progetto musicale, possiamo puntare dritti al dunque: le Sista non si fanno scrupolo di lanciare visceralmente le proprie vibrazioni attraverso un composto altamente instabile di punk, garage rock e soul, shakerati con qualche punta di LSD e dubstep. Ce n'è per tutti, insomma.

La tracklist è davvero generosa: si passa dal prepotente punk-funk di Sola nel buio e Guardami, sanguigne come le terre d’origine della band, alle puntate soul dell'inno saffico Lei è, per approdare ai tentativi lirici sempre passionali ma un po' faticosi di Fiori Gialli e Nessuno. L’occasione è buona anche per quattro cover di caratura: il Battiato di Paranoia, qui piuttosto addomesticata; il classicone Daft Punk is playing at my house dei LCD Soundsystem e i Led Zeppelin di Out on the tiles, entrambe fin troppo sista-manierizzate; chiude il disco e la carrellata la rawness di My Generation degli Who, alquanto rinfrescata dal trio.

Le idee e l’orecchio ci sono ed esplodono nel posto e al momento giusto - al netto di qualche ‘magagna’ lirica da limare -, ma l'estetica da 'ragazze coi cabasisi’ alla lunga può distrarre dai contenuti e dal talento. Le Sista sembrano avere ancora molto da dire, e sembrano saperlo dire al meglio (produzione e impegno tecnico davvero luminosi, oltre alla folgorante vocalità black di Elisa). D’altra parte, come direbbe il buon Vecchioni: «abbiamo un mare di figli da pulirgli il culo, che la piantasse un po' di andarsene in giro». Si scherza.

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