ultime notizie

Canzoni&Parole - Festival di musica italiana ...

  di Annalisa Belluco  ‘Canzoni & Parole’ il festival della canzone d’autore italiana organizzato dall’Associazione Musica Italiana Paris che ha esordito nel 2022 è pronto a riaccendere le luci della terza ...

Inner Vision

Ordinary Chaos

Marcetta introduttiva, “faccia al muro”, come nella foto interna del libretto, e via, gli Inner Vision partono, come dire, dall’inizio, From me per disegnare il loro universo, un universo post grunge, in cui le asperità dei primi anni ’90, quelle che fecero “esplodere” letteralmente il Seattle sound, oggi appaiono meno evidenti; suoni più curati, a tratti addirittura più morbidi, atmosfere meno cupe, anche se sempre tendenti ad una certa malinconia, immagini comunque inquiete, che, anche se molto alla lontana, (ma neppure troppo, in verità…), ricordano, in alcuni momenti, le situazioni sonore dei Pink Floyd di Animals, per via di quella sensazione di periferia industriale decadente che permea un po’ tutto il lavoro.

Ordinary Chaos è comunque un lavoro grunge, in cui le chitarra e basso sviluppano il groove, la batteria mette ordine e traccia la strada, ed il cantato esprime le inquietudini dei testi. C’è anche qualche momento più riflessivo, Little big rain ad esempio, come anche, in chiusura, Flesh tunnel, ma che si innesta in maniera del tutto pertinente al contesto generale dell’album; poi si prosegue con echi qua e là di Audioslave, Soundgarden, ovvero il meglio che la scena abbia prodotto, qualche accenno più pop, Song for a velina e Demon vision che tuttavia non modificano significativamente l’andamento dell’album.

Semmai confermano quanto detto all’inizio, ovvero il fatto che certe “ruvidezze” iniziali hanno lasciato il posto ad un lavoro più attento nella costruzione dei brani; certo, si perde qualcosa in spontaneità, ma nel contempo si acquisisce una maggior capacità di elaborare la composizione che, alla lunga, resta più fruibile, magari meno immediata ma capace di fissarsi meglio.

In questo senso è molto interessante Evil electric mantra, brano dallo svolgimento originale, che propone un approccio nuovo, per certi versi “psichedelico”, alla musica grunge.

Piccoli passi, certo, ma utili per ridefinire un genere che, in generale, ha espresso già molto di sé, e che necessita sicuramente di nuova linfa…

0 commenti


Iscriviti al sito o accedi per inserire un commento


In dettaglio

  • Produzione artistica: VinaBros
  • Anno: 2010
  • Durata: 31:36
  • Etichetta: Vina Records

Elenco delle tracce

01. From me

02. Suck my kiss

03. Ordinary chaos

04. Little big rain

05. My situation

06. Song for a velina

07. Demon vision

08. Evil electric mantra

09. Flesh tunnel

Brani migliori

  1. Suck my kiss
  2. Little big rain
  3. Evil electric mantra

Musicisti

Phil: chitarra, voce, testi Max: basso, voce Claudio: batteria Paul : chitarra, voce