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Ernesto Bassignano

Siamo il nostro tempo

Guardare avanti sì, ma ad una condizione, che tieni sempre conto della tradizione!” cantava Edoardo Bennato in Rinnegato (anzi era quello che a suo dire gli suggeriva suo fratello Eugenio per “non rompere tutti i ponti col passato”) ed è anche una chiave di lettura da sostenere per quanto riguarda la musica e le tradizioni dei cantautori italiani; grazie alla possibilità di scrivere queste poche righe, io ad esempio ho scoperto che i “4 ragazzi con la chitarra e un pianoforte sulla spalla” che incontriamo all'inizio di Notte prima degli esami di Antonello Venditti sono, oltre all'autore, che suppongo avesse l'onere del pianoforte, Francesco De Gregori, Giorgio Lo Cascio ed Ernesto Bassignano, all'epoca chiamati ‘I giovani del folk’, figli del Folkstudio e padri di tutto quel movimento che per brevità definiremo Scuola Romana.

Bassignano, in seguito chiamato amichevolmente Bax, da subito non seguì esclusivamente la strada del cantautorato, ma si dedicò alla cultura militante anche come giornalista e scrittore, arrivando però, ai giorni nostri, ad incidere dodici album, l'ultimo dei quali uscito ad ottobre scorso e significativamente intitolato Siamo il nostro tempo. Un titolo che chiarisce le intenzioni del suo autore, una riflessione sul tempo e sul “mestiere di vivere”, uno sguardo disincantato sul mondo e sulla strada che la sua generazione ha percorso e tracciato in questi anni. Otto brani che sono affreschi pittorici, in punta di chitarra, pianoforte e fisarmonica, con i fidi Giovanna Famulari e Edoardo Petretti.

Un disco che parte dall'oggi, da questo brutto sogno che stiamo vivendo da tre anni, dal quale sembra che con estrema lentezza ci si stia svegliando, un qualcosa che passerà, come una nottata “troppo lunga, troppo lunga e troppo scura”. Un disco che racconta una Storia, fatta di Papi e Presidenti, ma soprattutto dei passi di tanti sconosciuti che insieme l'hanno creata e continuano a raccontarla, dai balconi e per le strade.

 

“Siamo, siamo, siamo”, la title-track ripete questo verbo, per coinvolgerci tutti dentro la Storia di cui sopra e perché tutti ce ne sentiamo protagonisti, oggi come ieri, con l'invito chiaro a prenderci e riprenderci il tempo. Un tempo che vada oltre le stagioni e gli inverni, che porti con sé il bagaglio dell'ieri, come fa intendere l'accenno ai canti partigiani e alle scarpe rotte, affinché l'oggi renda migliore il domani.

Un discorso a parte merita Poer nanu, a mio avviso la perla dell'album: un racconto struggente di uno spirito libero, che quasi sceglie di andarsene per dire “sì alle stelle e no ai problemi”, dopo una vita vagabonda, ma sempre col sorriso sulle labbra: un'eredità importante, sarebbe un delitto sprecarla, come i saluti non detti mentre sembrava che dormisse.

Delizioso il finale del disco, una dichiarazione discreta di presenza e di appartenenza: sono qui, se vuoi, se hai bisogno, se mi cerchi, poche parole rivolte ad una persona amata, che però possiamo fare nostre, perchè conforta e consola sapere che un Artista come lui ci sia.

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In dettaglio

  • Anno: 2022
  • Durata: 26:46
  • Etichetta: Interbeat

Elenco delle tracce

01. Passerà

02. Le voci della strada

03. Siamo il nostro tempo

04. Un altro inverno

05. Poer Nanu

06. Valzer

07. Cosa resta da sapere

08. Lo sai che sono qui 

Brani migliori

  1. Siamo il nostro tempo
  2. Poer nanu
  3. Lo sai che sono qui