ultime notizie

Nuovo album per Roberta Giallo, anticipato ...

Quante volte aprendo un giornale, che sia cartaceo oppure online, veniamo travolti da notizie di attualità, cronaca dai toni negativi che ci predispongono a un senso di smarrimento e depressione ...

dLine

Something in my town

Mentre ancora in questi giorni un programma televisivo suscita polemiche sulla ricostruzione dell’Aquila, recuperiamo finalmente il primo album di questa band aquilana, che pure ha partecipato ad un film sul scisma fornendo due attori e alcune canzoni, ma che questa volta ha lasciato le macerie della sua città solo in copertina, come frammenti di sogni interrotti e memento drammatico da cui provare a ripartire.

L’estetica musicale del quartetto, più volte ospite del M.E.I., alterna pop-punk americanofilo ed energico e linee vocali post-grunge pronte ad accogliere andamenti ritmici tra funk e blues come nella convincente Crazy Lullaby, ad inabissarsi tra le ombre delle rivalità e delle frustrazioni adolescenziali con un sound da rock mainstream (My Name Is Peter), ad ammorbidirsi in un pop-rock composto a classic ballad (Green Joy) o venato di malinconia, che gocciola tra gli arpeggi di chitarra elettrica (Strawberry e Birthplace, arricchita da inserti di synths eterei e d’atmosfera).

I testi, in un analogo mutare di mood, celebrano con la forza della leggerezza ed enfasi giovanile (e giovanilistica?) l’aspirazione a divertirsi o a trovare soddisfazione ai propri desideri, oppure si dispiegano nella più tradizionale esaltazione dell’essenzialità dell’amata alla propria vita, nella totale identificazione con l’altra, anima e corpo, ma scivolano anche tra le pieghe di pensieri nuvolosi, tra le righe della rivendicazione di un legame-dipendenza al di là degli umanissimi errori, oppure tra le vene di un bisogno di difendersi dal dolore e dall’amore come fonte di inganno superficiale e delusione.

Delicati gli arpeggi di chitarra acustica che con il glockenspiel disegnano a tinte pastello il disorientamento di Puzzle Time, mentre una buona intensità vive e respira nel brano conclusivo, We Are the Angels, voce e piano.

Il linguaggio dei testi è semplice e diretto e ricalca molti topoi degli argomenti attraversati e del pop-rock; l’esterofilia dei suoni e del cantato è una buona pista, ma speriamo che la band sappia seguirla per raggiungere le mete più pregne di valore e di significato, accentuando le potenzialità virulente della sua attitudine punk e sfruttando al meglio le sue qualità tecniche. E non ascoltando le sirene della facilità della musica commerciale.

0 commenti


Iscriviti al sito o accedi per inserire un commento


In dettaglio

  • Produzione artistica: dLine
  • Anno: 2010
  • Durata: 37:32
  • Etichetta: La Stanzetta

Elenco delle tracce

01. And like Amelie

02. Crazy lullaby

03. Strawberry

04. Run!Run!Run!

05. Birthplace

06. My name is Peter

07. Green joy

08. Puzzle time

09. Tomorrow

10. We are the angels

Brani migliori

  1. Crazy Lullaby
  2. Birthplace
  3. Puzzle Time

Musicisti

Lorenzo Caruso: voce Gaetano Cappella: basso Remo Spezza: batteria Lorenzo Castagna: chitarra