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Omar Pedrini

Sospeso

È con particolare affetto che segnaliamo l’uscita di Sospeso, nuovo album di Omar Pedrini, raro esempio, soprattutto in Italia, di artista globale che mette insieme con grande naturalezza i suoi infiniti interessi e le sue grandi passioni. Arte, letteratura, spiritualità e religione, il calcio, riflessioni sui fenomeni giovanili, gastronomia ed enologia, questo e altro ancora troviamo nei suoi dischi e nelle sue interviste, così da renderlo un personaggio piacevole ed accattivante per tutti.

Musicalmente però Omar Pedrini continua ad avere nel cuore la musica degli anni ’70 ed è lì che sempre ritorna, almeno a livello di ispirazione.  Sospeso appare fin da subito uno dei suoi migliori, se non il migliore, album da solista. Le difficoltà fisiche – dopo il primo intervento a cuore aperto del 2004 Omar è soggetto a controlli e interventi piuttosto frequenti - non hanno di certo offuscato la sua ispirazione, contrariamente a quanto è accaduto a molti suoi coetanei (Omar si sta avvicinando ai Sessanta, anche se non li dimostra). Anzi, il rocker bresciano - ormai milanese d’adozione - pare stia vivendo in questi ultimi tempi una seconda giovinezza, almeno artistica. Pedrini non si cura di rap, trap, house ma, grazie anche al legame con l’amico nonché co-produttore (e musicista eccezionale) Carlo Poddighe si tuffa direttamente nel buon vecchio rock, facendo subito trillare chitarra, basso, batteria e tastiere. Da buon guerriero del rock (suo soprannome prediletto, al pari di Zio rock) si permette di inserire nell’album una canzone “trasgressiva” come Dolce Maria, dedicata nientemeno che alla Vergine Maria, mostrando la sua grande e trasparente fede. “E se Dio non ci fosse davvero sarò solo in questo Mistero, restami vicino Madre mia”. Il pezzo che apre il disco, nonché primo singolo, Diluvio Universale, abbina il consueto testo molto poetico di Omar ad un afflato rock che affonda direttamente le radici negli anni ’70, indubbiamente la fase musicale preferita da Omar Pedrini. Una canzone che vuole sensibilizzare contro i cambiamenti climatici, tema caro ad Omar sin dall'esperienza coi Timoria (ricordiamo il profetico 2020 pubblicato come grido per il pianeta già nel 1994).

 

Sospeso è uscito lo scorso giugno in tutte le piattaforme digitali, in cd e vinile, ed è stato subito proposto in versione live conquistando immediatamente molti consensi sul campo a dimostrazione della bontà del prodotto. Questo entusiasmo ha dato una notevole carica ad Omar e alla sua collaudata band, impegnandoli in un intenso tour promozionale lungo tutta la penisola. Rileggendo bene le tracce dell’album segnaliamo Col fiato sospeso, brano che veleggia tra melodia, chitarre sfavillanti e riflessioni su ‘Ultima Generazione’, il movimento giovanile artefice di gesti eclatanti attorno alla scottante questione ambientale. Più in generale il disco, per le tematiche affrontate (ambientalismo, cambiamento climatico, spiritualità, proteste sociali), lancia un ponte tra il vecchio leone bresciano del rock, rappresentante di quella X Generation considerata dallo stesso Omar come “la prima generazione sfigata”, e i giovani di quell’Ultima generazione spesso intollerata da molti, probabilmente incapaci di comprendere le vere ragioni della loro protesta.

Appena dopo la metà dell’album troviamo la perla del disco, una delle più belle canzoni scritte da Omar, Fresco. È un brano in stile tipicamente pedriniano, una ballata di grande intensità, costruita attorno ad una frase melodica ampia, nella quale tastiere, chitarre, batteria, voci entrano e fanno levitare la canzone alla maniera di Paul Auster. “Saliremo il fiume per pescare e poi parlare un po’. Perché è bello fare insieme le cose vere, ridere mangiare e rubare il tempo”. La qualità poetica di Omar è stata sempre molto elevata, e in questo disco si fa apprezzare particolarmente, come se le difficoltà fisiche gli avessero consegnato una serenità interiore e uno spessore umano ancora più consistente. A questo ha contribuito sicuramente la dimensione familiare solida e affiatata, che lo rende lieto e capace di vivere ogni stante della vita con grande gioia. Ogni pezzo regala emozioni, gli anni '80 di Plastic Killer (con il bellissimo testo dell'amico scrittore intellettuale Giacomo Papi) è una canzone - suonata benissimo - vagamente malinconica (“Ti ricordi…precious time”) mentre Una e Unica è una canzone d’amore fresca e sbarazzina (“perché tu arrivi come il vento e come il vento scomparirai. Tu sei l’Una e Unica”), a dimostrazione di come Sospeso sia un album che riempie mente e cuore, che fa riflettere, ballare, cantare, sognare. Omar Pedrini, uno degli ultimi veri hippies metropolitani, con questo album che si candida ad essere tra i migliori di questa annata, è tornato ancora una volta per lasciare il segno ("ormai faccio un disco ogni 6/7 anni, quando sento di avere qualcosa da dire di importante, intanto largo ai giovani") e per dimostrare, rubando le parole all’amato Neil Young, che il “rock and roll can never die”!
Il disco è idealmente dedicato ad Andrea Pinketts, Giovanni Gastel, Matteo Guarnaccia 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Omar Pedrini e Carlo Poddighe
  • Anno: 2023
  • Durata: 40:31
  • Etichetta: Senza Vento /Universal Music Italia (Virgin Music LAS)

Elenco delle tracce

01. Dolce Maria                                 

02. La giusta guerra                           

03. Diluvio Universale                               

04. Ombre etrusche (un canto orfico)       

05. Col fiato sospeso                           

06. Una e Unica

07. Plastic Killer (anni '80)                                                                                     

08. Fresco                                                                                                                    

09. Finché è finita (l'ultima sfida)                                                                           

10. Mangia Ridi Ama (little boy K 12b)                                                                      

Brani migliori

  1. Fresco
  2. Diluvio universale
  3. La giusta guerra

Musicisti

Arrangiamenti: Carlo Poddighe e Omar Pedrini; Suonato coralmente dalla ormai rodata Omar Pedrini Band, guidata da Carlo Poddighe (chitarre, voce, tastiere)