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The Crowsroads

Spaceship

Quando gli Yes cantavano Starship Troopers non pensavano minimamente che il tema fantascientifico fosse al centro della loro composizione: il viaggio nello spazio è solo esplorazione, evasione, a volte fuga, rifugio in un mondo ulteriore, quello che da bambini noi chiamavamo fantasia e con la crescita abbiamo dovuto per forza di cose denotare in qualcosa di oggettivo. E allora se anche voi avete voglia per un attimo di fuggire da questa realtà, prendete la Spaceship dei Crowsroads: vi porteranno in un viaggio interstellare con sonorità che difficilmente sentirete qui sulla Terra.

I loro propulsori sono dotati di un sound graffiante eppure non ingombrante, di un uso sapiente del country distorto, che si rifà molto a un tipo di blues e jazz che gira per il mondo con delle navicelle spaziali che strisciano nel sottosuolo, nell’underground. Qualche nome è Robben Ford o Scott Henderson, ma anche George Benson che ogni tanto fa sbucare la testa per vedere cosa c’è sopra. Questo lo fanno anche i fratelli Corvaglia (Matteo e Andrea), che non sono jazz, ma neanche del rock mainstream accattivante che vuole per forza di cose sorridere affabilmente al pubblico.

 

Diciamoci la verità: quando siamo arrivati sulla Luna credevamo che fotografarla sarebbe stata la cosa più interessante; e invece a un certo punto ci siamo girati e abbiamo visto che la cosa più emozionante era la Terra vista dalla Luna, come direbbe Pasolini. In una riscoperta orfica, che sia dall’alto o dal sottosuolo, tutta la nostra vita quotidiana riappare con un nuovo sapore, con un valore primitivo in cui riusciamo a capire il valore delle più piccole cose, ma soprattutto il valore degli altri che ci salvano dalla solitudine immensa e silenziosa in cui è appeso questo globo di atomi.

If It Wasn’t per l’amore che ci donano alcune persone, staremmo vagando come degli Edipi accecati dalla catena della riproduzione a tutti i costi. Questa è la traccia di apertura che ci trasporta già direttamente nelle sonorità tipiche dell’album e in una serie di immagini che sono come dicevo del tutto terrene. Si cerca infatti proprio sulla Terra poi quel barlume di felicità, quel giallo dei limoni montaliani che ci possano mettere nel mezzo di una verità, un’epifania come quella del Last Glimpse of You, quel sorriso che ci possa aprire mondi immensi. Quando troviamo questa magia, tutti quanti ci troviamo su una Spaceship, così possiamo viaggiare per lo spazio (e dello spazio, non scordiamolo, fa parte anche il nostro pianeta), senza preoccuparci troppo del mondo che ci circonda, con le sue storture, le sue guerre, le sue ingiustizie, ma solo pesando di essere all’interno di un sottomarino giallo tutti insieme ora.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Matteo Corvaglia, Andrea Corvaglia
  • Anno: 2024
  • Durata: 48:56
  • Etichetta: Slang Records / TimeTrack Factory

Elenco delle tracce

01. If It Wasn’t

02. Diy Reality

03. Theseus & the Moon

04. Spaceship

05. Hot Blood / Weak Knees

06. More Than Everywhere

07. Last Glimpse of You

08. (Surfing on a) Pile of Mess

09. Isolate

10. The Showdown

Brani migliori

  1. If it wasn’t
  2. Spaceship
  3. Last Glimpse of You