Ascoltare le musiche che scaturiscono dal suono delle arpe di Vincenzo Zitello è un'esperienza straordinaria che riempie di gioia e stupore. Nelle sue dita è nascosta una sorta di magia che si rinnova ad ogni concerto e ad ogni ascolto. Allievo del sublime Alan Stivell, Vincenzo Zitello ha saputo trasportare alle nostre latitudini le suggestioni di mondi lontani e, in fondo, scomparsi.

Già, perché ogni suo lavoro, ed anche questo nuovo album, Talismano, non sfugge alla malìa di raccontare, attraverso note ed armonie ancestrali, sia le storie di un tempo lontano che le emozioni interiori che, spesso, affiorano al nostro cuore, ma alle quali non siamo in grado di dare una motivazione, un orientamento, una ragione, un senso. In quelle corde metalliche suonate con garbo e maestria sono racchiuse sensazioni di straordinaria bellezza, verso le quali dovremmo avere la naturale deferenza che si dovrebbe avere nei confronti del magico e del mistero.

Tutti i brani sono stati scritti da Zitello che dimostra di avere grande padronanza di un linguaggio musicale che, pur non appartenendo alla musicalità italiana, è intimamente legato alla sua vita ed alle sue esperienze. Come l'armonica di Fabio Treves è presente in miriadi di album della musica italiana, così è possibile trovare l'arpa di Zitello all'interno di decine di album di artisti che apprezzano il suo tocco strumentale, la sua capacità di stupire ed ammaliare attraverso le corde delle sue arpe.

E non si può rimanere indifferenti di fronte alla bellezza ammaliante di Stornoway, che pare aprire porte verso l'infinito, o non rimanere colpiti dal movimento sonoro di Waltz de Bretagne, che pare uscito dalle intuizioni e dalle mani preziose del Maestro Bretone di tutti gli arpisti, quell'Alan Stivell al quale la cultura europea, in termini di recupero di tradizioni e suoni deve molto.

Talismano è un grande disco, da ascoltare, da gustare e meditare con calma facendosi pervadere da ogni nota.  

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