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Osso Sacro

Urla dal confine

Bisogna prendersi la responsabilità di dire le cose, non per moda o per “hype”, come ormai va per la maggiore nel giornalismo musicale. Bisogna riconoscere i gioielli e portarli alla luce. Dissotterrare i diamanti per farli brillare in mille direzioni diverse sotto i raggi del sole. Urla dal confine degli Osso Sacro, uscito per l’etichetta bolognese Zoopalco, è un disco che ci fa fare un salto in avanti in quello che la ricerca, la sperimentazione musicale e la performance potrebbero diventare, lontano dalla patina dozzinale delle produzioni ormai non solo più mainstream. Il gruppo ha le stimmate e la preparazione artistica dei progetti destinati a restare. La band sannita ha vinto al primo colpo il Premio Dubito, il più importante in Italia per quanto riguarda l’incontro tra la poesia e la musica.

Vittorio Zollo non è solo la voce della band ma anche un riconosciuto autore e performer nel mondo del poetry slam, e i fratelli Corrado e Carlo Ciervo sin da bambini hanno attinto dalla “bottega di famiglia” partecipando attivamente al progetto di musica popolare e di ricerca Imusicalia, uno dei più importanti a livello nazionale. Ma qui non si tratta solo di prendere le musiche tradizionali e inzupparle in sonorità più moderne, come fanno tanti altri, qui siamo di fronte a una mescola pazzesca che frulla la tradizione popolare universale, quella dei lamenti blues eretici, del rap che si attacca ai muri della periferia dell’impero, dell’elettronica che costruisce atmosfere rarefatte raccogliendo chitarre e violini figli del noise e del post rock più recente, e se tutto questo non dovesse ancora bastare ci sono dei testi potenti, che raccontano ad alta voce storie rubate al presente e al passato, ai miti religiosi e pagani, danno voce a personaggi e fatti estremi e borderline proprio come la realtà ci sbatte in faccia quotidianamente. Dal confine si deve osare, urlando e oltrepassandolo, calpestando quella linea di dolore e di speranza, di disperazione e di attesa. E’ nel racconto di stupri avvenuti dietro le tonache dei preti, di incontri tra uomini e semidei, di dimensioni temporali che si intrecciano, che si gioca la partita della ricerca e della scoperta. Queste otto tracce, mentre raccontano una storia tra il sacro e il profano, buttano giù porte e finestre, per darci la visuale di un orizzonte che abbiamo davanti, sulla linea degli occhi, ma che non stiamo più guardando. Sono urla dal confine, quello geografico, in questo caso il Sannio, le cosiddette aree interne , quell’osso a forma di Appennino, e quello interiore. Sono urla a volte mute, ma che da questo disco prendono la rincorsa, si allenano, per raggiungere le orecchie di tutti.

In questo disco ci sono spiriti diversi, apparentemente inconciliabili, c’è Roberto De Simone e Tupac, ci sono gli Offlaga Discopax e Robert Johnson. Se le giurie dei grossi premi musicali non avessero perso l’attitudine allo stupore, alla meticolosità negli ascolti e alla voglia di fare da tramite col pubblico per far conoscere progetti innovativi, invece di mostrare la sudditanza, forse involontaria, verso i soliti nomi, di questo disco, come di qualcun altro, si parlerebbe molto di più.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Osso Sacro
  • Anno: 2022
  • Durata: 28:04
  • Etichetta: Zoopalco

Elenco delle tracce

01. Urla dal confine

02. Focolaio

03. Demetra sul tamburo

04. Angizia

05. Stella reale

06. Judeca

07. ‘A Beat

08. Pruserpina

Brani migliori

  1. ‘A Beat
  2. Demetra sul Tamburo
  3. Judeca

Musicisti

Vittorio Zollo: voce, spoken - Corrado Ciervo: voce, violino, viola, chitarra elettrica, chitarra acustica, chitarra battente, synth, piano, programmazione, drum, percussioni - Carlo Ciervo: cori- synth, basso, programmazione, piano, chitarra battente, percussioni
Hanno partecipato: Dennj De Nisi: voce in Urla dal confine, Stella Reale e Judeca - Alfredo De Ecclesiis: voce in Demetra sul Tamburo e Judeca - Vittorio Coviello: flauto traverso in ‘A Beat - Carlo Corso: percussioni in Judeca, ‘A Beat e Angizia - Simone Ielardi: chitarra fretless in Angizia - Gianfrancesco Cataldo: coro in Pruserpina - Marco Coviello: cajon in Pruserpina - Testi di Vittorio Zollo