ultime notizie

Nuovo album per Roberta Giallo, anticipato ...

Quante volte aprendo un giornale, che sia cartaceo oppure online, veniamo travolti da notizie di attualità, cronaca dai toni negativi che ci predispongono a un senso di smarrimento e depressione ...

Davide Van De Sfroos

Yanez

Il nostro è il Paese delle polemiche inutili e quella che ha visto protagonista, suo malgrado, Davide Van De Sfroos, vera sorpresa dell'ultimo Festival di Sanremo, lo ha dimostrato una volta di più. Van De Sfroos da sempre canta in un dialetto (o lingua?) poco conosciuto al di fuori del suo ambito di riferimento e non si capisce perchè debba renderne conto a qualcuno. Il suo “datore di lavoro” è il pubblico che compra i suoi cd e che assiste ai suoi concerti. Bene ha fatto l'artista lombardo a stare lontano dalle polemiche dimostrando sul palco la sua eccellente caratura artistica.
Questo nuovo lavoro, Yanez, dimostra che il suo progetto artistico mantiene salde le ambizioni degli inizi. Raccontare storie, descrivere persone, raccontare di situazioni, manifestare emozioni, diffondere malinconie: queste sono le intenzioni di De Sfroos e nella sua scrittura c'è il mondo intero raccontato dalle piccole cose, da immagini del quotidiano dove la memoria è l'elemento che maggiormente insidia il cuore come, ad esempio, in quello splendido viaggio nella memoria personale che è Dona Luseerta. Come un viaggio nella memoria appare anche Il camionista ghost rider in cui vari artisti accompagnano il viaggio del protagonista. Johnny Cash, Woody Guthrie, Robert Johnson, Jimi Hendrix accompagnano il protagonista di una canzone che Ry Cooder avrebbe avuto il piacere di scrivere. Ad un viaggio nel passato possiamo inscrivere anche le visioni che ricolmano La machina dl ziu Toni con le parole che portano l'ascoltatore nel luogo fisico (ed in quello della mente) descritto da Van De Sfroos, così come la figura tratteggiata in Maria sembra apparire in tutta la sua fisicità attraverso le liriche della canzone ed il suono della chitarra elettrica di Fabio Serra.
Ma è Yanez il tema principale, quello che regge l'album e non perchè è la canzone presentata a Sanremo ma perchè ad un ascolto attento ci si accorge che al suo interno c'è il mondo di Van De Sfroos. Un passato che non passa, una memoria fissata in quello che ha respirato attraverso le proprie espereinze e quelle acquisitie per osmosi dal mondo circostante. Un presente che è il punto di equilibrio per rendere il passato oggetto e soggetto da trasformare per poter afforntare il futuro. Un futuro che non si può ipotizzare ma che, certamente, ha in un passato da utilizzare al meglio, i suoi punti di forza. Splendida la tromba suonata da Davide Brambilla che pare racchiuedere dentro le sue note tutta la malinconia per un tempo trascorso e, magari, rimpianto. La figlia del Tenente è una intensa e struggente canzone d'amore con la voce di Van De Sfroos che si appoggia, morbida, alle note del pianoforte di Brambilla portandoci per mano all'interno di una storia d'amore che sembra sfuggire ai protagonisti e che si riempie di speranze forse disattese. Dove non basta il mare, coadiuvato dalle voci di varie amici ed amiche, è una sorta di canto di Ulisse che risponde alle Sirene sul tema dell'amore, della vita e della morte. Una canzone, questa che da sola varrebbe, come sepsso si dice anche a sproposito, l'acquisto dell'album. Splendida anche per l'incedere dei suoni sorretti dall'Hammond B3 e dal Wurlitzer 200 suonati da Brambilla.
Yanez non è un album semplice, nonostante le musiche accattivanti. Yanez è un album fondamentale per la carriera di Van De Sfroos perchè in questo lavoro si incontra una sorta di riassunto della propria carriera con l'idea di trovare la strada per il futuro. Un futuro artistico che ha le radici solide nelle storie raccontate e nella memoria come serbatoio infinito di variabili e possibilità. Nel panorama odierno della canzone d'autore Van De Sfroos è certamente uno degli artisti più importanti, dotato di una scrittura unica e “sciamanica” perchè entra nell'anima e ti lascia quella sana e necessaria malinconia che, spesso, il quotidiano ci fa smarrire e della quale sentiamo la mancanza quando è necessario tornare un po' “bambini”. Una segnalazione particolare nei confronti del suono complessivo dell'album. Suoni pregnanti che entrano rapidamente nella memoria ai quali, presumo, il bravo Marco Vignuzzi, liutaio, musicista, produttore e, aggiungo, persona squisita, avrà certamente dato il suo prezioso contributo.

0 commenti


Iscriviti al sito o accedi per inserire un commento


In dettaglio

  • Produzione artistica: Davide Van De Sfroos e Alessandro Gioia
  • Anno: 2011
  • Durata: 64:39
  • Etichetta: Universal Music Italia

Elenco delle tracce

1. El carneval de Schignan
2. Dona Luseerta
3. Il camionista ghost rider
4. Long John Xanax
5. La machina del ziu Toni
6. Maria
7. Yanez
8. El pass del gatt
9. Setembra
10. Dove non basta il mare
11. Il reduce
12. La figlia del tenente
13. Blues di Santa Rosa
14. Ciamel amuur
15. Rosa del vento

Brani migliori

  1. Dona luseerta
  2. Yanez
  3. La figlia del Tenente

Musicisti

Davide Van De Sfroos: voce, chitarra acustica, chitarra elettica, armonica
Angapiemage Galiano Persico: violino, viola
Davide “Billa” Brambilla: fisarmonica, organo Hammond B3, tromba, piano Wurlitzer 200
Paolo Legramandi: basso, ukulele, basso acustico
Marcello “Bread” Schena: batteria, tom toms Marco Vignuzzi: chitarra elettrica, chitarra acustica, banjo, chitarra acustica 12 corde, ukulele, dulcimer, bouzouki, mandolino, pedal steel guitar
Maurizio “Gnola” Glielmo: chitarra elettRica
Francesco Piu: chitarra elettrica, banjo
Robi Zonca: chitarra elettica
Alessandro Gioia: batteria
Paolo Costola: chitarra elettrica
Alessandro Gioia: shaker, tamburino, batteria, harmonium, pianoforte, percussioni, cabasa, grancassa, rullante, piatti, piano Wurlitzer 200
Claudia Lissoni: corno francese
Paolo Antonetto: violoncello, contrabbasso
Francesco “Sbibu” Sguazzabia: percussioni
Antonio Maschio: laptop steel guitar
Fabio Serra: chitarra elettrica
Alberto Gioia: organo Hammond B3
Michele Brambilla: clarinetto
Andrea Civetta: clarinetto
Dario Civetta: tromba
Francesco Dolzadelli: tromba
Samuele Aquistapace: trombone
Pietro Bertoni: trombone
Paolo Poncini: Euphonium
Walter Borromeo: tuba
Luigi Maieron: voce
Patrizia Laquidara: voce
Roberta Carrieri: voce
Peppe Voltarelli: voce.