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Fiera di Padova

Claudio Baglioni

aTUTTOCUORE

L’ultimo giro, quello “d’onore” di Claudio Baglioni nelle arene al chiuso, sta avendo come previsto (e come sempre del resto) un grande successo, e stavolta forse ha finalmente messo d’accordo sia il pubblico che l’artista con quella fetta di critica che ancora si ostinava a snobbarli (pubblico e artista appunto) sulla soglia di un addio alle scene annunciato il giorno stesso dell’inizio del tour - se escludiamo la data zero - il 20 gennaio a Milano, e fissato al 2026.
L’Isola che non c’era era presente, oltre che alla conferenza stampa (qui l’articolo della nostra Giulia Zichella), alla prima delle due date all’Arena Spettacoli della Fiera di Padova, quella del 29 gennaio. Proviamo quindi a raccontare la serata, ma prima immaginiamo di viverne i minuti finali attraverso gli occhi e il cuore di una delle migliaia di affezionate spettatrici, come fosse la scena un po’ straniante di un film.


Interno notte (sono ormai le 0.18 del giorno dopo): c’è una (ex) ragazza del (nord)est che va via di schiena. Ha gli occhi velati di commozione fissi sul palco incendiato di luci, e intorno le si affollano le mani alzate del pubblico, migliaia di telefonini accesi a riprendere il momento, gli “adesso” urlati in coro che si susseguono. E c’è quell’uomo magro e agile, vestito di nero, al centro di tutto. La (ex) ragazza abbassa il braccio che aveva appena abbozzato un saluto, e lentamente esce di scena sulle note finali dell’ultimo brano. Vuole essere lei ad allontanarsi da lui e non viceversa, perché detesta gli addii e attendere che si spengano tutte le luci e che si faccia silenzio sarebbe certamente più doloroso.
Ma poiché “non c’è mai fine al viaggio anche se un sogno cade”  è probabile che si rivedranno, nei prossimi 990 giorni, e chissà cosa lui si inventerà ancora di strabiliante. Il cuore è acceso, rivoltato, graffiato e preso a pugni forse, ma gonfio d’amore, di musica e parole, di voce e di immagini che non andranno più via, e di gratitudine per i suoi (di lei) anni più belli passati con la sua (di lui) musica accanto. Dovessero rivedersi, quello resterà per sempre il suo commiato, l’ultima scena, l’ultimo lento ballato insieme. Poi, scenderanno i titoli di coda e si dovrà andare “oltre”, cantando sempre su tutti i suoi dischi a squarciagola, a squarciacuore e a perdifiato.
Lui è appunto Claudio Baglioni, e il tour aTUTTOCUORE sarà l’ultimo nei palazzetti per il cantautore romano (e per lei).



Ora però ricominciamo dall’inizio, perché questo era il finale di uno spettacolo perfetto, che nemmeno una caduta dal terzultimo gradino sul palco, a quasi 73 anni, ha scalfito di un millimetro. Mezza strofa persa, il pollice alzato, un’occhiata al ginocchio dei pantaloni affinché fosse in ordine, e poi tutto come se nulla fosse. Per duecento minuti esatti (se togliamo appunto i titoli di coda) di voce in grazia di Dio, di energia e di tutto Cuore appunto. Il concerto inizia alle 21 precise, appena tutti hanno preso posto nell’arena spettacoli e ci accorgiamo che la posizione centrale, accanto al mixer, non è affatto male. Il “panorama” di cui si gode è totale e bellissimo: davanti a noi il palco tridimensionale su più livelli, gli schermi sul fondo con il grande cuore rosso acceso, i saliscendi di scale e l’orchestra ai lati, disposta su due piani. Tutt’intorno, davanti e dietro a noi, sulle gradinate, oltre 10.000 teste, altrettanti cuori pulsanti e nessun posto vuoto. E proprio lì a fianco, appena sotto agli schermi dei tecnici dei suoni e delle luci, Giovanni Baglioni e la mamma Paola, a vivere quella stessa esperienza totalizzante del concerto di Claudio con chissà quale stato d’animo ma dolcissimi sorrisi.
Lo spettacolo inizia con l’irrompere sul palco dei ballerini e di un performer in giacca e cravatta che per tutta la durata del concerto interpreta una sorta di “alter ego” di Baglioni, che vive ed anima le scene mentre il cantautore sul palco dà splendida voce alle sue storie in musica. 'aTUTTOCUORE' è infatti uno spettacolo a 360°, un progetto vivo e vitale, strabiliante nella sua visionarietà, contemporaneo e allo stesso tempo nostalgico come è naturale che sia, quando l’artista protagonista ha da raccontare ben 60 anni di carriera. Il progetto, ideato e realizzato da Claudio Baglioni con Giuliano Peparini che ne cura la direzione artistica e la regia teatrale, ha dato vita a uno spettacolo che sta tra il musical e il “teatro totale”, un po’ arte circense e un po’ gran concerto, tra danza contemporanea e cinema insieme. Non solo concerto, appunto, ma una realtà ripensata e rimodulata negli spazi e nella possibilità di fruizione, una sorta di “Rock-Opera-Show” senza tempo, su più livelli, che poi si rivela essere proprio un viaggio immaginario nel tempo, con sbalzi continui tra passato, presente e futuro a volte un po’ stranianti, ma molto emozionanti.

Il mezzo, una semplice giacchetta. Quel capo di abbigliamento è in fondo solo un pretesto per entrare in tempi e mondi diversi, sempre sul filo dei ricordi e dei sentimenti, cambiando scene e atmosfere totalizzanti con la stessa rapidità con cui il protagonista si sfila e si rinfila una giacca.
E allora, ecco le giacche “storiche” che hanno caratterizzato le varie “epoche” della musica di Claudio Baglioni: dal chiodo in pelle, alla giacca bianca di una celebre copertina a quella con gli alamari da Capitano coraggioso, e via di seguito in un rocambolesco viaggio che, se non proprio in tutte (magari solo per questioni anagrafiche), ci ha visti coinvolti nel corso degli anni in molte di quelle stesse mete. Tutto, sul palco e intorno al palco, si muove ed esprime bellezza, a cominciare dalla scaletta, costellata di grandi successi che hanno segnato epoche e brani che hanno accompagnato almeno tre generazioni. 38 (non è un errore, saranno davvero 38...) perle musicali per altrettanti quadri animati da ben 101 artisti sul palco: 21 polistrumentisti della band-orchestra diretta da Paolo Gianolio e 80 tra coristi, ballerini, performer, di cui 28 sono giovani artisti dell’Accademia Internazionale del Musical (alcuni al loro esordio in una produzione così importante) curati da Enrico Sortino, diretti dal maestro Francesco Di Nicola, con la direzione musicale di Tommaso Vittorini. Continuando a “dare i numeri”, citiamo che 550 sono i costumi originali indossati dal corpo di ballo e dagli attori, disegnati e realizzati appositamente per questi live e degni delle più blasonate case di moda, mentre 450 sono i corpi illuminanti programmati dal light designer Ivan Pierri, che creano effetti mirabolanti sul palco, sul soffitto dell’arena e sul pubblico.

Ogni brano è un racconto per immagini, sviluppato anche sui grandi schermi che non riproducono immagini didascaliche delle canzoni, ma sono veri e propri mini film, a volte ambientati in tempi totalmente differenti rispetto a quelli in cui i brani stessi sono stati scritti, che ampliano l’immaginario collettivo e rendono davvero universali versi che da sempre sono stati immaginati spesso in modo strettamente personale.


L’energia, la voce, l’intonazione, la capacità comunicativa di Baglioni rendono l’artista mattatore assoluto, fulcro di storie che roteano intorno a lui e difronte ai nostri occhi meravigliati praticamente senza sosta per più di tre ore e un quarto. Inoltre, i calcolati movimenti scenici di ispirazione operistica, la splendida fisicità dei ballerini, l’energia e il talento dei performer, la presenza di un coro che richiama quasi la tragedia greca, le proiezioni che citano spesso il grande cinema o si avvalgono della realtà aumentata, il gioco degli spazi con i tagli di luce contribuiscono all’idea di un forte e inarrestabile palpitare, in queste corse vertiginose lungo l’immaginaria scala del tempo. I cuori dei protagonisti, attori e spettatori (cit.), musicisti e frontman, sopra e sotto al palco, battono sincronizzati per tutta la durata dello spettacolo portandoci a riflettere sull’unico tempo che vale davvero la pena di vivere, che è quello che ha la velocità, la cadenza e il ritmo del nostro cuore.
Il Cuore, il solo orologio che ci dà il tempo, l’unico vero strumento che determina la musica della nostra vita. Così, durante quei 200 minuti indimenticabili, siamo certi che ognuno dei presenti abbia sentito tutti quei tamburi battere forte nei petti all’unisono. Anche quella (ex) ragazza del (nord)Est che con il cuore in gola, la saliva azzerata dal canto, il sorriso addosso e due piccole lacrime sulle guance ha salutato l’Artista che le ha cantato e incantato la vita.

 

 Report di Valeria Bissacco
Fotografie di Angelo Trani dalla pagina Facebook ufficiale di Claudio Baglioni.

aTUTTOCUORE è il titolo dello spettacolo che Claudio Baglioni con la sua carovana porterà nelle arene indoor fino al 27 febbraio (la chiusura del tour è prevista a Roma al Palazzo dello Sport con 6 date consecutive), realizzato con il patrocinio di SIAE e interpretato davvero con tutto il cuore, tutta la forzatutta la gioia e tutta l’energia possibili. Il titolo del tour, organizzato da Friends & Partners, richiama quello dell’ultimo singolo di Claudio Baglioni, A tutto cuore, pubblicato lo scorso 6 ottobre, a quattro anni di distanza dall’album di inediti In questa storia che è la mia (Sony Music, 2020)

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In dettaglio

  • Data: 2024-01-29
  • Luogo: Fiera di Padova
  • Artista: Claudio Baglioni

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