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Andrea Podestà

Battisti, l'altro

Dodici. Sono i libri dedicati a Lucio Battisti usciti nel giro di un anno, dall’autunno del 2022 fino a questi giorni. Un numero significativo, comprensivo anche di alcune ristampe, nel quale l’Era Mogol fa inevitabilmente la parte del leone, come nel recente documentario Lucio per amico – Ricordando Battisti. Al netto delle polemiche sul docufilm di Rai Uno, si pone ancora una volta il problema del come raccontare l’altro Battisti. Probabilmente già presentarlo come “l’altro” crea una discontinuità, mentre sarebbe auspicabile considerarlo un tutt’uno con due distinte fasi, un artista unico con due grandi momenti e numerosissime sfaccettature. Bizantinismi a parte, resta la questione sul come affrontare il Battisti post-Mogol: scomodo e disagevole per un documentarista, tagliente e delicato da maneggiare per un saggista.  

Se è vero che il canzoniere mogolbattistiano spicca per la cantabilità, è altrettanto vero che i quindici anni di collaborazione tra Battisti e Mogol sono allettanti per la narrabilità, seducenti per chi vuole intraprenderne la divulgazione sia con libri che con altri media. Ma la fase Panella? Perché è così complicato narrarla? Difficile? Oscura? O dobbiamo attenerci scrupolosamente al desiderio di Panella: «Di queste cose non potranno parlare…»?

In Battisti, l’altro Andrea Podestà prova a spiegarci il perché di tale complessità: lo fa tra le righe, sullo sfondo, perché il tema centrale è fornire una ideale guida alla comprensione del corpus bianco, la pentalogia 1986-1994. Per farlo si muove in un territorio insidioso, a cavallo tra ermetismo, difficoltà e oscurità, usando con competenza gli strumenti a lui più consoni: quelli offerti dalla critica letteraria e dalla poesia. Questo ribadisce uno dei motivi principali del perché il songbook Battisti-Panella sia difficilmente inquadrabile.

Accanto ai libri usciti nell’ultima annata dobbiamo aggiungere i precedenti, un’altra quarantina di titoli, prevalentemente reperibili in commercio. La letteratura in materia battistiana è dunque piuttosto consistente, ma i saggi dedicati all’Era Panella sono pochissimi; non menziono i volumi generalisti e le biografie che raccontano per intero la vicenda battistiana, mi limito solo alle monografie ad hoc sui dischi bianchi. Sono cinque, scritti in ordine cronologico da Ivano Rebustini, Alexandre Ciarla, Lorenzo Alberti, Francesco Patrizi e per ultimo Andrea Podestà. L’autore genovese tenta un garbato e misurato azzeramento: riparte daccapo, immaginando una guida alla lettura e alla comprensione dei dischi bianchi, con una particolare attenzione a Don Giovanni, da luiconsiderato una pietra d’angolo sia perché “manifesto programmatico” di un nuovo corso, sia perché rappresentativo per temi e musica di quelle ottanta controverse canzoni. Fortunatamente Battisti, l’altro non è una guida di quelle che furoreggiavano fino a qualche anno fa, tipo i cento dischi dalla A alla Z da portare sull’isola deserta, ma un saggio snello nel quale Podestà presenta in maniera piana – semplificando senza banalizzare, e già questa è una sfida – le premesse, i contenuti e gli sviluppi della scrittura panelliana. 

Sgombrato il campo dagli equivoci sul Panella ermetico e dadaista, centrato lo studio sulla difficoltà ermeneutica dei suoi testi, più che sull’oscurità (e citare Fortini consolida la derivazione colta di questo inedito linguaggio art-pop), Podestà attraversa i giochi linguistici, le metafore, gli artifici letterari e le provocazioni poli-senso con una chiave di lettura che respinge la vulgata del nonsense panelliano (troppo sbrigativo considerare quei testi privi di senso) e sottolinea, attraverso la metafora dell’attaccapanni, la rivoluzione artistica di cui Battisti fu artefice nel 1986. Se qualcuno volesse approfondire le motivazioni profonde e intime di Lucio, l’intro del cd allegato si rivelerà molto utile.

La letteratura in materia avrebbe bisogno di partire da un testo generale (se non definitivo) che possa connettere in modo sistematico lo studio analitico della parte musicale con quello prettamente letterario. Breve ma denso, brillante e dettagliato, Battisti l’altro è un nuovo punto di partenza. Che ha come temporaneo approdo una bella intervista a Robin Smith, il quale dichiara: «Non poter ascoltare Don Giovanni o L’apparenza su Spotify è uno dei crimini del secolo». E così, in assenza di un QR Code che possa rimandare a un ascolto immediato, testo alla mano, per chi non ha i dischi a portata di mano, Podestà provvede con L’artista non ero più io: 14 cover dell’epoca a cura di Marco Sabiu e Gabriele Graziani. 

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In dettaglio

  • Artista: Andrea Podestà
  • Editore: Squilibri Editore
  • Pagine: 76
  • Anno: 2023
  • Prezzo: 18.00 €

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