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Airin

Il regalo

Un’artista prodotta da un architetto della musica come Enrico Gabrielli, e da Paolo Iafelice, uno che ha lavorato con Pacifico e Mauro Pagani, qualcosa la deve pur valere. E Airìn, al secolo Irene Maggi, ventitreenne al suo esordio, è davvero una miniera d'oro. Per doti canore, certo, ma anche per qualità della scrittura, rivelando un'insospettabile padronanza in un territorio minato come quello delle “canzoni d'amore”, che la cantautrice sa costruire senza strafare, con semplicità, concretezza e incantevole “femminilità”.

La canzoni seguono uno strano percorso: l'amore, il Regalo del titolo, viene raccontato da diverse prospettive, in un continuo rivolgimento di carte in bilico fra gioie e sofferenze laceranti. E così Fiume senz'argini inizia in punta di piedi, un trattenuto incipit che poi svolta all'improvviso in un ritmo frenetico e colorato. Voglia di credermi bella è l'altra faccia della medaglia, con i suoi ricami di tromba (Rafael Bon) su batteria synth bagnata di pioggia, dipinge a tocchi rapidi un'illusione spezzata, mentre l'entusiasta Ti amo da due giorni sa di quotidianità distratte e cuori folgorati da amori appena sbocciati. Si cambia registro con Danza di violenza, un grido carezzevole, una marcia di graffi e baci, di lotte e separazioni impossibili.

Se il fulcro tematico del disco è la title-track, Il regalo, una lullaby quasi rinascimentale in duetto con Dino Fumaretto, autore del testo, il vero manifesto “airìnesco” è Andare a un funerale, il primo succoso singolo estratto dal disco, uptempo solare e contagioso, fatto di fugaci visioni da focolare e pazzi accostamenti di vite quotidiane a sfondo di un radioso idillio di coppia.

Il sipario si chiude con Regina, ballad fragile e fortissima allo stesso tempo, una piccola celebrazione dei sacrifici da affrontare in amore, seguita dalla preziosissima Stasera, strano retrogusto anni 70 (e qui il tiger di Enrico Gabrielli diventa un'avvolgente macchina del tempo), orchestrazioni malinconicamente fiabesche a premiare la voce di Aìrin, magicamente più matura grazie a un'impercettibile increspatura della voce. Epilogo con The first time, brano intimo sulla separazione, l'unico in inglese, accompagnato con leggerezza da Marco Iacampo.

Sorprendente come «le cose non nascono / le cose si compongono», in amore come in musica: il tocco inconfondibile di Gabrielli aiuta Airìn a cucirsi un suo riconoscibile vestito musicale “per tutte le stagioni”, portandosi dietro un po' di Afterhours (Dell'Era e D'Erasmo), di Mariposa (Marchi, Cimino e Cané), oltre a Iacampo e Fumaretto, nomi in ascesa della galassia indie. Poi, con un progetto così solido alle spalle e un talento così smaccatamente evidente, non possiamo che attendere impazienti i prossimi capitoli.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Enrico Gabrielli
  • Anno: 2009
  • Durata: 32:00
  • Etichetta: Adesiva Discografica

Elenco delle tracce

01. Fiume senz’argini

02. Voglia di credermi bella
03. Ti amo da due giorni
04. Danza di violenza
05. Il regalo
06. Andare a un funerale
07. Regina
08. Stasera
09. The first time

Brani migliori

  1. Ti amo da due giorni
  2. Andare a un funerale
  3. Stasera

Musicisti

Aìrin (Irene Maggi): voce, diamonica in 6 Enrico Gabrielli: piano, rhodes, glockenspiel, flauto dolce, tastiera, tamburello, organetto, kalimba, triangolo, sax, clarinetto, tiger
Rocco Marchi: chitarra elettrica in 1, 4, 6, 7 Valerio Canè: basso in 1, 3, 4, 7, 8, theremin in 7 Riki Invernizzi: batteria in 1, 4, 7, 8 Rafael Bon: tromba in 2 Roberto Dell'Era: basso in 2, chitarra elettrica in 7 Enzo Cimino: batteria elettronica in 2 Marco Iacampo: chitarra acustica in 4, 9, basso, percussioni e cori in 9 fpunto: chitarra acustica, tamburello in 5 Dino Fumaretto: voce in 5 Rodrigo D'Erasmo: violino in 8 Max Merlotta: chitarra elettrica in 8