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Ettore Giuradei

Nevrotica/Politica

Mettetevi comodi e ascoltate con molta calma e attenzione quest’ultimo lavoro di Ettore Giuradei. In queste tracce di Nevrotica/Politica ci entrerete un poco alla volta. Una volta entrati capirete che ogni traccia è una piccola bussola per esplorare la complessità di tutto il mondo e i mondi che ci circondano. Dopo un po’ non starete più tanto comodi perché quello che state ascoltando è maledettamente e meravigliosamente disturbante. I testi delle canzoni esplorano la realtà nel rapporto intimo e perpetuo con la nostra anima e la nostra coscienza. E’ un approccio diretto, un’attitudine radicale, che va letteralmente alla radice di un mondo avvitato su se stesso, ne racconta i demoni e le vie di fuga sbarrate, ma allo stesso tempo comincia a fare luce per tracciare una via di uscita, per ricostruire una speranza di comprensione della realtà in cui ognuno può smettere di essere parte del problema e iniziare a essere parte della soluzione. Ettore lo fa con quella sensibilità e immediatezza che ha sempre dimostrato nel suo modo di scrivere canzoni e più in generale di essere artista, perché, mischiati nella musica che scorre come un fiume in piena, ci sono libri, poeti, scrittori, registi e ovviamente musicisti che fanno capolino per ricordare un’altra via possibile e che la complessità non si comprende né con atteggiamenti immediatamente manichei né affidandosi alla banalità, monito di questi tempi valido anche per tutti gli artisti o presunti tali.

Il disco, con la produzione artistica di Marco Parente, esplora  tra vari generi musicali per costruire un puzzle reso compatto e riconoscibile dalla registrazioni in presa diretta, che permettono quasi di assistere a un live mentre i pezzi si susseguono. Si passa dalla psichedelia, al folk, al prog, a venature di rock scuro alla Nick Cave, fino al cantaurato italiano dei Settanta, senza mai perdere la propria identità.  Colpiscono allo stomaco brani intensi come Caos e Below Sea Level, quest’ultima ispirata al documentario di Gianfranco Rosi che  racconta della vera storia di un gruppo di persone che vive in una base militare dismessa a 40 metri sotto il livello del mare, a 300 km da Los Angeles, senza elettricità, senza acqua, senza polizia e senza governo. Policrate invece è ispirato a una poesia di Fredrich Schiller, così come la traccia di apertura Povertà al libro “Altissima Povertà’di Giorgio Agamben.

Un disco intenso, importante, come ormai ne escono pochi, in cui ci troverete tantissimo altro e che si chiude liricamente, in un sussurro acustico, chitarra e voce, con chiari rimandi poetici, dal titolo Semplicemente Mandel’štam.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Marco Parente
  • Anno: 2023
  • Durata: 38:38
  • Etichetta: Freecom

Elenco delle tracce

01. Povertà
02. Assenza
03. Caos
04. Below Sea Level
05. Apparire
06. Policrate
07. Manca
08. Semplicemente Mandel’štam

 

Brani migliori

  1. Below Sea Level
  2. Caos
  3. Semplicemente Mandel’štam

Musicisti

Ettore Giuradei: voce, chitarra - Enzo Albini: violino - Fidel Fogaroli: tastiere - Giacomo Papetti:basso - Filippo Sala: batteria – Gabriele Ponticiello: suoni